martedì 19 novembre 2013


Un modello urbanistico per l’individuazione delle criticità nei percorsi ciclabili

Un modello urbanistico per l'individuazione delle criticità nei percorsi ciclabili



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Quando vi muovete in bicicletta attraverso la città ed incontrate dei punti pericolosi, vi siete mai domandati: “perché passo da qui?” Con tutta evidenza, anche un ciclista esperto e fine conoscitore degli anfratti più reconditi del tessuto urbano finirà col riconoscere l’impossibilità di evitare certi passaggi critici. Questa constatazione è stata il punto di partenza per una lunga riflessione, che mi ha portato dapprima a rivedere un’idea di città costruita nell’arco di decenni, e di seguito a rivalutare la natura degli interventi necessari a rendere tale città fruibile alle forme di mobilità leggera.
La bicicletta deve potersi muovere sulle strade: è un concetto che ci ripetiamo dall’inizio della campagna #salvaiciclisti, partendo da quanto maturato nelle realtà più evolute del Nord Europa. È anche quello che normalmente accade con la mobilità ciclabile “di prossimità”, che pure a Roma ha visto un deciso incremento negli ultimi tempi. Condizione necessaria e sufficiente a tale fruizione è che il tessuto urbano sia uniforme, con un traffico distribuito ed a bassa velocità, cosa che di norma si verifica già all’interno dei quartieri (ad esclusione delle strade ad alto traffico).
Esiste quindi un tessuto urbano idoneo all’uso della bici, per l’esattezza quello “a griglia” tipico delle aree densamente urbanizzate. Tuttavia, dove l’urbanizzazione diviene più rarefatta, le strade si riducono di numero, come pure i punti di interesse che concorrono a moderare le velocità degli autoveicoli in transito, e si creano corridoi a scorrimento veloce che mettono a rischio la sicurezza di chi si muove in bicicletta.
Non è difficile individuare le barriere urbanistiche responsabili di tali criticità. In qualche caso si tratta di barriere naturali, a cominciare dai fiumi, dove l’attraversamento è consentito in corrispondenza di pochi ponti dove il traffico si imbottiglia. In maniera del tutto analoga si comportano le ferrovie di superficie, superabili a mezzo di ponti o sottopassi, spesso realizzati in epoche di traffico più ridotto e nel corso degli anni divenuti inadeguati. Nelle città storiche la presenza di mura perimetrali rappresenta un ulteriore vincolo alla uniforme distribuzione delle strade e del traffico.
Una criticità ancora più grave è rappresentata dalle autostrade urbane, corridoi ad alto scorrimento spesso vietati ai ciclisti, che producono snodi viari di traffico veloce e su traiettorie oblique nei punti di scambio con la viabilità ordinaria. La più estesa e micidiale di queste strutture è probabilmente il Grande Raccordo Anulare di Roma, che cinge la città come una grande muraglia, vincolando l’entrata e/o l’uscita a pochi svincoli dove si sviluppa una coincidenza mortale tra densità dei veicoli e velocità degli stessi. Altro problema diffuso è la presenza di aree “impenetrabili” sia alla viabilità veicolare che alla mobilità lenta. Esempi di ciò sono le aree agricole a ridosso delle zone residenziali, i parchi urbani (Roma ne ha in abbondanza), gli scali ferroviari e le aree storiche ed archeologiche, che producono una ulteriore frammentazione del tessuto urbano.
La città cresciuta intorno a queste barriere ha una forma difficilmente definibile, alternando aree a viabilità diffusa ed uniforme (che chiameremo, con qualche licenza, “quartieri”) con pezzi di tessuto urbano “di connessione”, dove il traffico assume caratteristiche di elevata densità e velocità, inconciliabili con la coesistenza di forme di mobilità lenta come la bici. Una organizzazione a “grappolo”, dove la ciclabilità non ha problemi enormi nei fitti reticoli interni ai quartieri, ma li incontra nel passaggio tra quartieri limitrofi, e ne incontra via via sempre di più man mano che ci si allontana a distanze maggiori.
Il modello elaborato fin qui ci offre gli strumenti per comprendere dove e perché le criticità descritte hanno elevata probabilità di presentarsi, ed è quindi in grado di indicare i punti esatti da mettere in sicurezza, circoscrivendo la necessità di intervento a poche e semplici sistemazioni, oltretutto quasi sempre in zone poco interessate dalla compresenza di altri soggetti ed interessi concorrenti (negozi ed in generale aree interessata da un forte flusso pedonale).
Le soluzioni possono essere molte e diverse, ma al tempo stesso non particolarmente invasive né costose, e con tempi di messa in opera relativamente circoscritti. Senza stare qui ad elencarle nel dettaglio (cosa che ho fatto più diffusamente sul mio blog, dove lo sviluppo dell’analisi è stato suddiviso in quattro parti), lascio spazio alla presentazione che ho illustrato venerdì scorso in un incontro tecnico con i responsabili comunali. Credo sia sufficientemente chiara e comprensibile da tutti, oltreché liberamente disponibile nel caso riteniate di sottoporre questo modello di analisi delle criticità anche ai vostri referenti istituzionali.

giovedì 24 ottobre 2013

Bologna, arriva la tangenziale delle biciclette

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E’ stato approvato il 24 settembre in via definitiva il progetto del Comune di Bologna di una “tangenziale delle biciclette”, un anello ciclabile di 5,2 chilometri che percorrerà intorno al centro il capoluogo emiliano. 
continua su: http://www.bikeitalia.it/2013/09/27/bologna-arriva-la-tangenziale-delle-biciclette/

martedì 22 ottobre 2013

"Teoria dei giochi", più bici e il traffico migliora

http://www.bicizen.it/news/teoria-dei-giochi-piu-bici-e-il-traffico-migliora/


di Alfredo Bellini
Tom Olesnevich’s
Nelle scienze statistiche ed economiche esiste la teoria dei giochi, una disciplina che studia le dinamiche di conflitto ricercandone strategie e soluzioni, competitive o cooperative.
Il “gioco”, viene inteso come campo d’azione in cui due o più partecipanti prendono decisioni sulla base anche delle scelte possibili degli altri giocatori. I campi d’applicazione della teoria dei giochi possono essere tanti, dalle strategie di mercato, ai conflitti politici, alle relazioni umane, come anche le varianti possono essere diverse: ad esempio quelli a somma zero, in cui il guadagno o la perdita di un partecipante è perfettamente bilanciata da una perdita o un guadagno di un altro partecipante, oppure quelli non a somma zero dove prevale la cooperazione, in cui non esiste un rapporto diretto tra vincite e perdite e quindi non esistono sconfitti.
La teoria dei giochi non a somma zero potrebbe spiegare quello che emerge dal rapporto annuale 2012 del Dipartimento Trasporti di New York che ha analizzato l’impatto nei vari quartieri delle diverse misure adottate dall’amministrazione in favore di ciclisti e pedoni, comenuove piste ciclabili e creazione di zone pedonali molto estese.
In particolare a Manhattan si è registrato un miglioramento della qualità dell’aria e una maggiore fluidità del traffico automobilistico sconfessando le previsioni catastrofiche iniziali che immaginavano congestioni e aumento dell’inquinamento. La velocità media delle auto è aumentata del 6,7 % dal 2008 mentre si sono ridotti i volumi di traffico.
Come dire: se le persone decidono di prendere di più la bici, camminare a piedi o utilizzare i mezzi pubblici, questo migliora la circolazione complessiva del traffico che diventa più fluido e veloce, con probabili effetti positivi sui comportamenti degli stessi automobilisti incentivati a utilizzare di meno l’auto e di più la bici o i piedi, innescando così un meccanismo virtuoso con vantaggi per tutta la comunità.
Non solo il distretto di Manhattan ha beneficiato degli interventi a favore di ciclisti e pedoni, ma anche le zone confinanti hanno visto diminuire sensibilmente i volumi di traffico automobilistico e aumentare la velocità media di spostamento.
Il risultato dimostra come investendo risorse pubbliche in politiche a favore della mobilità ciclistica e pedonale, tutti ne traggono vantaggio, automobilisti, pedoni e ciclisti.
Un gioco dove non ci sono né vincitori né vinti.

Photo©Tom Olesnevich’s

venerdì 27 settembre 2013

Bologna, arriva la tangenziale delle biciclette

tangenziale-bici-bologna
E’ stato approvato il 24 settembre in via definitiva il progetto del Comune di Bologna di una “tangenziale delle biciclette”, un anello ciclabile di 5,2 chilometri che percorrerà intorno al centro il capoluogo emiliano. La nuova circonvallazione dedicata alle bici sarà costituita da due semianelli principali rispettivamente nella zona sud-est di Bologna (viale Panzacchi, viale Gozzadini, viale Carducci, viale Filopanti e viale Berti Pichat) e nord-ovest (viale Vicini nel tratto da via Sabotino a Porta San Felice, viale Silvani, viale Pietramellara e via Boldrini). Le piste ciclabili saranno realizzate in parte al centro delle aree verdi che dividono le carreggiate dei viali, il resto sul lato esterno della strada vicino ai marciapiedi. Sarà inoltre disposto un importante lavoro di raccordo delle piste o corsie ciclabili esistenti con la nuova infrastruttura. Il progetto della tangenziale delle bici costerà al Comune di Bologna 2 milioni di euro, di cui un milione proveniente dal Governo tramite un fondo del Ministero dell’Ambiente. Il termine dei lavori è previsto per la fine del 2014.
segue: http://www.bikeitalia.it/2013/09/27/bologna-arriva-la-tangenziale-delle-biciclette/ 

Toscana: in arrivo 770 km di piste ciclabili

Nel giorno di pausa dei Mondiali si è tenuto a Firenze, il seminario “Toscana terra di ciclisti” in cui amministratori e tecnici hanno fatto il punto sulla mobilità ciclabile in Toscana e definito le iniziative da percorrere per incrementarla, anche in attuazione delle nuove opportunità fornite dalla legge regionale 27/2012, che prevede specifiche possibilità di intervento con relativi finanziamenti regionali.

Una considerazione di partenza è stata condivisa da tutti: nell’attuale congiuntura economica, non proprio favorevole, è aumentato l’interesse di molti cittadini per la bicicletta come mezzo di locomozione. I dati rivelano che oltre un milione e trecentomila toscani utilizzano abitualmente la bicicletta si tratta della metà dei residenti tra i 14 ed i 70 anni.

Oltre quindi all’impegno già assunto di raddoppiare i 500 chilometri di piste ciclabili attuali, presenti nella nostra regione, le istituzioni si sono quindi poste l’obiettivo congiunto di mettere in atto una serie di iniziative per incentivare l’uso della bicicletta.

"La Regione destinerà 9 milioni di euro nei prossimi tre anni
segue su: http://www.ciclismoweb.net/index.php?option=com_content&view=article&id=5419%3Atoscana-in-arrivo-270-km-di-piste-ciclabili&catid=16&Itemid=107

Piemonte, itinerari in bicicletta

Pacchetti su misura per chi ama pedalare in pianura, in collina e in montagna
Tra colline e frutteti, vigneti e borghi caratteristici, nella riserva di caccia dei Re e sulla collina di Superga, lungo i fiumi, oppure inerpicati sulle montagne. Sempre pedalando. In Piemonte sono tantissime le possibilità per chi ama le due ruote: percorsi facili e adatti a tutti o itinerari più impegnativi indicati per chi è più allenato. Se poi si aggiunge che esistono pacchetti all inclusive (o quasi) costruiti ad hoc per gli appassionati della bici si capisce che è ora di mettersi in sella. Lo si può fare senza problemi fino a ottobre inoltrato informandosi presso Turismo Torino (www.turismotorino.org). Si pedala di giorno e di notte si dorme in hotel Bed&Bike, sempre con assistenza garantita. 
segue su: http://www.lastampa.it/2013/09/16/societa/montagna/piemonte-itinerari-in-bicicletta-KsLy7pC9Fnc4uzZSoH0HCM/pagina.html

giovedì 26 settembre 2013

APPROVATO DALLA GIUNTA COMUNALE DI TORINO IL “BICIPLAN”

Ieri la Giunta ha inviato alla discussione ed approvazione del Consiglio Comunale il Biciplan, il Piano per la Mobilità Ciclabile.
Il piano, la cui preparazione è iniziata dopo l’approvazione del Piani Urbano per la Mobilità Sostenibile (PUMS), è frutto di un lungo ed approfondito lavoro di tecnici e funzionari delle divisioni Ambiente e Mobilità, ed è stato oggetto di confronto negli ultimi mesi con le Circoscrizioni, le Commissioni del Consiglio Comunale e le associazioni ambientaliste e degli amanti della bicicletta.
La prima parte del documento si occupa della pianificazione delle infrastrutture necessarie allo sviluppo della mobilità ciclabile, individuando sul territorio cittadino quelle che dovranno essere le 9 direttrici principali che dal centro vanno verso la periferia ed i comuni limitrofi e le 4 “circolari” interne alla città. In questo modo si potranno definire gli interventi necessari a dare continuità ed a ricucire la rete, che attualmente conta su 180 chilometri tra piste e percorsi. Particolare attenzione è stata posta ai collegamenti con la “Corona Verde” e con i comuni confinanti ed ai percorsi rivolti ai turisti della bicicletta, e si sono previsti interventi di moderazione del traffico e di sviluppo della sicurezza stradale con l’istituzione di “zone 30”.
La seconda parte contiene invece le iniziative e le azioni per favorire lo sviluppo della mobilità ciclabile che prevedono lo sviluppo di comunicazione, ed informazione e la promozione del cicloturismo che si sta diffondendo anche in Italia: il recente progetto di collegamento ciclabile tra Venezia e Torino, che ha coinvolto una cinquantina di comuni, lo dimostra.
Nel 2010 gli spostamenti in bicicletta erano calcolati intorno al 3% del totale: obiettivo del Bicilpan arrivare nel 2020 al 15% di spostamenti in bici, come previsto dalla Carta di Bruxelles. (e.v.)
ecco il piano completo; http://www.comune.torino.it/trasporti/bm~doc/biciplan23-1-2013.pdf

UE. Il manuale “Città in bicicletta, pedalando verso l’avvenire”

L’Ue nella programmazione 2014-2020 ha indicato come indispensabile una sequenza di azioni che devono accelerare il disinquinamento del pianeta minacciato dall’anidride carbonica e la mobilità sostenibile gioca un ruolo fondamentale. La mobilità gioca infatti un ruolo cruciale a livello ambientale, così come nel contribuire alla crescita socioeconomica delle aree urbane. Basti pensare che il 40% delle totali emissioni di anidride carbonica e il 70% delle emissioni di altre sostanze inquinanti sono causate dal traffico urbano. Sfide come la sicurezza stradale, l'impatto ambientale, la congestione del traffico, il degrado urbano e la crescente domanda di mobilità, sono ormai comuni a molte città europee. Per questa ragione e, benché secondo il principio di sussidiarietà tali politiche siano di competenza delle autorità locali, l'Unione europea si rende parte attiva al riguardo, combinando tra loro intervento politico e linee-guida.
Numerose città europee (Amsterdam, Barcellona, Brema, Copenaghen, Edimburgo, Ferrara, Graz, Strasburgo ecc.) ci danno la dimostrazione ogni giorno che la riduzione nell’uso individuale della macchina è un obiettivo non solo auspicabile ma anche ragionevole. In queste città vengono applicate alcune misure a favore dei trasporti pubblici e dell’uso condiviso tra macchine e biciclette, ma anche misure che cercano di limitare l’uso individuale della macchina all’interno del centro-città.
Queste iniziative non portano pregiudizio alla crescita economica delle città o all’accessibilità dei loro centri commerciali, perché si è compreso che l’uso sfrenato dell’automobile per gli spostamenti individuali non riesce più a garantire la mobilità della collettività.
Ritt Bjerregaard, Commissario europeo per l’ambiente, commenta:“Il loro approccio s’inserisce perfettamente nel quadro d’accordi internazionali dell’Unione europea nel campo della riduzione delle emissioni di gas con effetto serra e della legislazione europea sulla qualità dell’aria. In relazione a quest’ultima, piani locali di gestione e di miglioramento della qualità dell’aria urbana devono essere attuati e i cittadini devono essere informati in caso d’inquinamento rilevante, come già succede da diversi anni per quello da ozono. Il modo in cui le città (e di conseguenza le grandi aziende) organizzano il loro sistema di trasporti sarà al centro delle preoccupazioni negli anni a venire e ciò, tanto più, in considerazione del fatto che la Commissione dovrà pubblicare ogni anno la lista delle zone e agglomerati dove l’aria non raggiunge parametri qualitativi accettabili.
È in questa situazione che ho preso l’iniziativa, senza dubbio non abituale, di indirizzarmi direttamente a voi, responsabili politici delle città di medie o grandi dimensioni dell’Unione europea. Il manuale «Città in bicicletta, pedalando verso l’avvenire» che voi avete sotto gli occhi parte dalla constatazione che il peggiore nemico della bicicletta in città non sono le macchine, ma i pregiudizi”.
La Commissione Europea del Turismo e Trasporti ha approvato le linee guida relative alle infrastrutture presenti sul territorio UE. Il documento contiene una assoluta novità. Per la prima volta, i parlamentari UE hanno introdotto la bicicletta all’interno della Rete Transeuropea di Trasporto.

Piemonte: tutti in bici sulle rotaie

Passare in bicicletta sui binari sarà presto abitudine diffusa in Piemonte. Non si tratta di un nuovo sport estremo ma di un progetto sostenibile pensato per riqualificare il territorio regionale favorendo la mobilità dolce. L’iniziativa prevede la riconversione delle reti ferroviarie in disuso da più di dieci anni a piste ciclabili tramite un intervento sperimentale già avviato da qualche mese: le rotaie e i binari abbandonati verranno ricoperti con pannelli in gomma in modo da rendere lo spazio utilizzato una pista ciclabile a doppio senso di marcia. Questi pannelli potranno essere rimossi facilmente qualora sia necessario riavviare una tratta del vecchio percorso ferroviario, conferendo così una duplice funzione alle zone interessate. Si tratta di un progetto molto efficiente che ottimizzerà l’offerta turistica e sportiva della regione in poco tempo offrendo nuove risorse al territorio piemontese e ai suoi abitanti. Le innovative piste ciclabili che nasceranno tra qualche mese costituiscono un passo avanti importante per la mobilità sostenibile, condotto nel pieno rispetto dell’ambiente e che permetterà a tutti di percorrere nuove strade nonché di riappropriarsi di zone finora rimaste inutilizzate.
Correre sui binari non è mai stato così ecologico!
Fonte: Greenme.it

Borghi 'smart' in Abruzzo e mobilità alternativa

Combattere lo spopolamento e far rinascere due piccoli centri abruzzesi attraverso la creazione di un innovativo borgo ''smart'', unico nel suo genere in Italia: è l'obiettivo del progetto Smart city Verd'Aventino, il cui nome deriva dai fiumi Verde e Aventino, che bagnano i comuni di Civitella Messer Raimondo e Fara San Martino (Chieti), in un'area conosciuta in tutto il mondo per la produzione di pasta. L'iniziativa prevede la creazione di un albergo diffuso, attività di promozione turistica e interventi in materia di mobilità alternativa, sostenibilità ambientale, recupero del patrimonio archeologico e storico, social housing, servizi e infrastrutture intelligenti. 

Vacanze "verdi", boom del cicloturismo

Quest'estate quasi un terzo dei viaggiatori che ha scelto vacanze natura ha optato per la bici

Le vacanze "verdi", attente alla sostenibilità ambientale, piacciono sempre di più agli italiani: quest'estate si è registrato un vero e proprio boom del cicloturismo, esperienza con la quale i viaggiatori uniscono il movimento fisico alla scoperta di nuove località. Tra il 2012 e il 2013, secondo uno studio condotto da Active Sport Tours, tour operator italiano specializzato nell'organizzazione divacanze in bicicletta, e basato sui dati forniti da Enit, Eurisko, Istat e dai Centri di Informazione e Accoglienza Turistica in Italia, nel nostro Paese questa forma di turismo è stata scelta da quasi un terzo (31%) di coloro che hanno optato per vacanze natura, contro il 23% dell'anno precedente.
segue su:

LA LIGURIA RIPARTE SU DUE RUOTE

Due ruote per rilanciare il turismo in Liguria. E due nuovi progetti di piste ciclabili, in Val di Magra e in Valle Argentina, presentati dall'assessore regionale alle infrastrutture Raffaella Paita alla Settimana europea della mobilità 
segue su.....http://www.regione.liguria.it/giornale-della-giunta/archivio-notizie-del-giornale-della-giunta/item/37823-la-liguria-riparte-su-due-ruote.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=Liguriainforma182

venerdì 30 agosto 2013

Cycle parla di noi!!!!!

la prestigiosa rivista Cycle! (vedi link )



ha di recente parlato diffusamente del rapporto tra territorio e bici portando l'esempio del nostro splendido territorio, con un ambasciatore d'eccezione:
il noto attore italiano Massimo Poggio.




In particolare il video è un fantastico promo delle nostre zone:

vedi video

venerdì 9 agosto 2013

Architettura a misura di bici

Anche l'architettura contemporanea si è accorta del ciclismo!
Due studenti della "Technische Universität Dresden",  Philip Modest Schambelan e Anton Fromm
hanno progettato un innovativo hotel per ciclisti vicino a Pregasina, sul lago di Garda. (il nome del progetto è: Hiding in Triangles)



per maggiori informazioni va al Blog DAS ANDERE

martedì 6 agosto 2013

Perchè le città ciclabili sono il futuro.

La rivista digitale di architettura Archdaily
ha dedicato un post a questo tema:

Why Cycle Cities Are the Future
 
 
 
Nel 2010 il sindaco di Londra   Boris Johnson aveva indicato chiaramente la strada che, in principio, sembrava destinata a pochi "salutisti" o "fanatici" della bicicletta.
In poco tempo più di 5.000 progetti simili sono stati lanciati e sono nati più di 300 "parcheggi per bici" nella sola Londra.
Ed il fenomeno è in espansione...in tutto il mondo.
 
Leggi l'intero articolo su archdaily
 


Liguria sempre più su due ruote Altri 3,5 milioni per nuove piste


http://genova.repubblica.it/cronaca/2013/08/05/news/liguria_sempre_pi_su_due_ruote_altri_3_5_milioni_per_nuove_piste-64330966/



Con due milioni di euro percorsi a Casella, Camporosso, Arenzano e Carasco. Altri fondi per il Canale Lunense e la Framura-Deiva nello spezzino e infine il completamento del collegamento davanti alla stazione di Taggia 



I nuovi fondi, stanziati dalla Giunta regionale su proposta degli assessori alle infrastrutture Raffaella Paita e allo sviluppo Renzo Guccinelli, fanno parte del programma attuativo regionale Par Fas e permetteranno la realizzazione di diversi i nuovi percorsi in altre zone, costiere e dell'entroterra.
Il primo intervento, per un investimento complessivo di 2 milioni,interesserà i  comuni di Casella, Camporosso, Arenzano e Carasco per la realizzazione di oltre 9.5 chilometri complessivi di percorsi.
Investimenti consistenti anche nello spezzino, dove ad oggi sono già stati realizzati oltre 30 chilometri di percorsi ciclabili. Grazie ai nuovi fondi e a un precedente cofinanziamento di circa 1.6 milioni di euro della Giunta regionale a favore della Provincia della Spezia, sarà realizzato l'itinerario ciclabile del Canale lunense.

Sempre nello stesso territorio verrà finanziata la progettazione di un percorso ciclabile tra Framura e Deiva Marina, investimento di circa 100.00 euro. "Si tratta  -  ha specificato l'assessore Paita  -  di un percorso interessante dal punto di vista paesaggistico e con una valenza turistica molto importante in quanto, oltre a collegare i due borghi tra loro, unisce alcune strutture ricettive alle spiagge ed ai borghi".
Un ulteriore investimento di 1 milione e 450 mila euro è infine previsto a favore di Area24, la società che cura la realizzazione e gestione del parco costiero del Ponente Ligure. Quest'ultimo finanziamento è destinato al completamento dei lavori davanti all'ex stazione di Taggia, necessari per collegare Ospedaletti e San Lorenzo al Mare e dare continuità a tutti i 24 chilometri della pista ciclabile.

venerdì 26 luglio 2013

La bicicletta in città collinari

http://www.bicizen.it/news/la-bicicletta-in-citta-collinari/


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Uno dei luoghi comuni più radicati in tema di ciclabilità è che le città collinari non siano adatte alla diffusione della bicicletta. La realtà è abbastanza diversa da come la si vorrebbe dipingere, infatti sia in Italia che nel mondo il problema della terza dimensione non è sempre un limite insormontabile.
Tra le città italiane più grandi Roma, Napoli e Genova sono certamente catalogabili come città collinari. In Europa troviamo, tra le tante, Londra, Madrid, Barcellona, Losanna, Edimburgo.
Gli esempi più eclatanti oltreoceano sono Los Angeles e San Francisco. Tutte queste città presentano dislivelli dell’ordine di grandezza dei 50-100 metri tra il punto più basso (mare, fiumi, laghi) e la sommità delle zone più densamente abitate. In alcune di esse la bicicletta è già uno standard consolidato ed in via di sviluppo, in altre si sta iniziando solo in questi anni a radicare, grazie alla presa di coscienza del fenomeno su scala mondiale.
In città che presentano dislivelli importanti e dove sono presenti impianti speciali di risalita gestiti dalle società di trasporto pubblico, la bicicletta pieghevole è certamente uno dei mezzi che possono trovare più largo impiego in quanto può essere caricata anche su mezzi piccoli e non arreca disturbo.
Al suo fianco la fa da padrona la bicicletta a pedalata assistita che permette di superare tutti i dislivelli con uno sforzo muscolare contenuto. Ovviamente la bici tradizionale può adattarsi egregiamente a percorsi sui quali non vi sia bisogno di superare dislivelli importanti, e possono essere egregiamente usate ovunque da chi abbia interesse a mantenersi in forma (faticando sempre meno che in estenuanti ripetizioni nelle sale di fitness, ma soprattutto in condizioni ambientali spesso più invitanti, su percorsi secondari).
Laddove esistono impianti di risalita sui percorsi più utilizzati è certamente interessante l’uso della bicicletta pieghevole in quanto consente di evitare strade trafficate ed in salita, che generalmente sono anche le più inquinate.
In alcune città collinari molto è stato fatto da amministrazioni pubbliche illuminate che hanno saputo rendere l’uso della bicicletta sempre più accattivante. Si cita tra tutte il caso di Londra, dove si stima un costo di implementazione della ciclabilità di 12 milioni di € all’anno entro il 2020 con l’obbiettivo di diventare la città più sicura e vivibile al mondo, ridurre sensibilmente il costo del SSN, lo smog ed il rumore.
Ecco un video sulle caratteristiche orografiche di alcune città collinari in cui l’uso della bicicletta è diffuso.

Photo© Federico Occhionero

lunedì 15 luglio 2013

Bici boom. L’ennesimo ritorno alle due ruote

http://www.meridianionline.org/2013/07/13/bici-boom/?utm_content=buffera0851&utm_source=buffer&utm_medium=twitter&utm_campaign=Bufferci boom. 

Sprint. Un murales delle due ruote sui muri di Londra | © Paolo Ganino

13 luglio 2013

“Non è forse assurdo, quasi una disgrazia per l’ingegnosa èra in cui viviamo, vedere un uomo costretto a guidare un enorme veicolo per muoversi per le strade?”
Così il corrispondente del New York Times da Parigi scriveva della bicicletta – al tempo ancora chiamata velocipede – a fine Ottocento . Uno straordinario mezzo di trasporto «in grado di raggiungere facilmente le 12 miglia orarie, permettendo un grande risparmio di tempo e denaro assieme a un buon allenamento di muscoli e polmoni». Su Vie Parisienne era definita «il divertimento degli uomini pieni di vitalità e il sogno di ogni impiegato». La bici era il nuovo mezzo per muoversi liberamente.
Oggi nelle grandi città occidentali sono tornate molto di moda le due ruote a forza motrice umana, dopo tre quarti di secolo di motorizzazione di massa. Sempre più persone non fa più uso nemmeno dei mezzi pubblici. Vogliono la bici. Secondo Research and Markets, l’industria della bicicletta dovrebbe crescere fino a raggiungere un volume di affari di 64 miliardi dollari entro il 2018.
Negli ultimi due secoli le crescite periodiche di vendite di bici – chiamate in diverse ricerche “bici boom” – sono state legate a diverse innovazioni tecnologiche (invenzione del deragliatore, il cambio al manubrio) e all’aumento dei costi della benzina. Nel decennio tra 1965 e 1975 l’enorme aumento delle vendite negli Stati Uniti venne definito dal New York Times come «la più grande ondata di popolarità per la bicicletta in 154 anni di storia». Seguì però un repentino declino, che riempì i magazzini di bici invendute.
Oggi sembra però che ci siano condizioni particolari: il cambiamento sembra non essere indotto da un fattore esterno casuale, quanto da un progressivo adattamento del cittadino all’ambiente urbano. Oggi il prezzo dei carburanti, assieme alla crisi economica che spinge verso il risparmio a tutti i costi, spiega solo parzialmente il ritorno alla bici.
Il boom si sta verificando in posti dove non c’è una tradizione per il ciclismo urbano e questo spiega perché il cambiamento sia anche culturale. Secondo Rachel Aldred, professore di Trasporti alla University of Westminster di Londra, è cambiato il significato della bicicletta intesa come mezzo di trasporto. Aldred ha detto a mRI: «Lo stile di vita legato all’auto non ha più alcun senso nelle grandi città. La percezione e le abitudini delle persone possono cambiare molto facilmente quando si rendono conto che la loro scelta iniziale è perdente da molti punti di vista».
L’ automobile era parte integrante dello stile di vita di un mondo che motorizzandosi stava diventando sedentario, oltre a essere il simbolo di un nuovo status di benessere. Quando un cittadino urbano si arricchisce nei paesi in piena industriliazzazione, percorre uno schema prestabilito: compra un’auto, poi in poco tempo si ritrova ad averne due, e magari anche uno scooter per gli spostamenti veloci. Oggi molti professionisti si disfano dell’auto, che ha perso un po’ il ruolo di status-symbol, per far spazio a due o più biciclette.
Mentre le arterie delle metropoli interessate da un rapido sviluppo economico – tra le altre, São Paulo, Istanbul, Bangkok – sono intasate di mezzi motorizzati e ingombranti, nelle capitali e grandi città occidentali più ricche stanno riemergendo le biciclette. Per la rivista britannica Monocle «la ricchezza di una città oggi si può determinare facilmente dal numero di persone che non scelgono l’auto per spostarsi». Il fascino dell’auto è ancora grande per i paesi in via di sviluppo, per i suoi abitanti e per coloro che migrano in paesi più ricchi. Secondo uno studio del 2010 dell’Università della California le probabilità di usare la bici crollano al crescere del reddito e l’auto prende il sopravvento.
Il processo e’ pero’ variabile. A Dhaka, capitale del Bangladesh, la bicicletta era il mezzo di trasporto di operai e contadini, mentre la classe media sfruttava i mezzi pubblici. Ora la bicicletta sembra l’unico mezzo che permette di calcolare i tempi di percorrenza cittadini, evitando lo stallo del traffico motorizzato. La Bangladesh Cycling Community conta già 15.550 membri e si pone come obiettivo di portare il 5 per cento dei pendolari quotidianamente in strada a scegliere la bici (35mila persone).
Amsterdam, Utrecht, Siviglia, Bordeaux, Malmo, Berlino, Tokyo e Montréal sono in cima alla classifica delle città dove è più facile e sicuro andare in bicicletta. Sempre più amministrazioni cittadine nel mondo aprono le strade ai pendolari della bici, fornendo loro le infrastrutture necessarie al movimento in sicurezza. Le iniziative dei governi per promuovere la bicicletta in modo da ridurre le emissioni di carbonio e l’inquinamento acustico sono un forte fattore di crescita.

Copenaghenize Index 2013 - Le migliori città per la bicicletta
Copenaghenize Index 2013 – Le migliori città per la bicicletta | http://copenhagenize.eu/index/
New York e’ l’ultima grande città ad aver realizzato uno schema di bike sharing. Dallo scorso 27 maggio 6mila biciclette sono sparse per Manhattan e Brooklyn raggruppate in 330 stazioni di sosta. E’ il più grande servizio presente negli Stati Uniti. Il sindaco di Londra Boris Johnson ha annunciato un budget di 913 milioni di sterline per i prossimi 10 anni al fine di rendere la capitale britannica più sicura per i ciclisti.
I politici locali promuovono grossi piani di riforma solo quando portano voti o se non possono ignorare, per un motivo o per l’altro, le richieste e le pressioni che arrivano dagli abitanti della città. Oggi nelle metropoli la bicicletta è un argomento acchiappa voti, e la limitata capacità delle strade urbane costringe a espandere le soluzioni alternative alla mobilità. «Il ciclismo è sempre stato visto come qualcosa di economico e poco affascinante per essere interessante ai fini dei piani di ristrutturazione urbana. A Londra Boris Johnson è riuscito a rendere anche la bici qualcosa di prestigioso. Quando un’istanza viene fatta propria dal mondo politico significa che è in moto qualcosa di duraturo», ha detto Rachel Aldred.
Il “bici boom” sembra essere iniziato anche in Italia, che rimane il primo paese europeo per numero di automobili in relazione ai suoi abitanti (piu’ di sei macchine ogni dieci cittadini). Per la prima volta in 48 anni il numero delle bici ha superato quello dell’automobile: nel 2011 i veicoli immatricolati in Italia sono stati 1.748.000 contro 1.750.000 biciclette , nel 2012 i veicoli sono stati 1.400.000 contro 1.650.000 biciclette . Per il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis, «nelle nostre città è in atto una rivoluzione silenziosa sulle due ruote». Ma le differenze sono sostanziali da regione a regione. Nel Nord Est c’e’ una lunga tradizione di politica di attenzione alla bicicletta : in Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia le percentuali di “ciclisti abituali” superano il 25% della popolazione. Secondo Luca Trepiedi dell’ISFORT, Istituto Superiore Formazione e Ricerca Trasporti, «manca un piano nazionale di sviluppo, la politica italiana parte molto in ritardo. La bici non e’ mai stata considerata come tassello rilevante della mobilita’ urbana».
Si tratta di un boom democratico o di un fenomeno che interessa una minoranza della popolazione urbana? «Dipende dal tipo di ciclismo di cui parliamo. Per adesso il boom ha interessato coloro che sono a loro agio nel prendere la bici e fare i pendolari. E’ molto facile dipingere una striscia blu sull’asfalto e chiamarla pista ciclabile piuttosto che dare una nuova forma al traffico. Il vero boom si raggiunge disegnando un ambiente urbano che permetta a tutti – anziani, bambini, famiglie – di utilizzare la bici», conclude Rachel Aldred.
Non c’è bisogno di grandi cambiamenti se il ciclista rimarrà il 30enne in forma, attrezzato con la fibra di lycra che tiene una media di 25 all’ora e non teme il traffico. La sfida vera è rendere le città adatte agli spostamenti spontanei di tutti i giorni. Per adesso il boom è limitato in termini demografici e di utilizzo. Sarà vero boom solo se tutti i cittadini di ogni età e sesso avranno facile accesso alla bici. Altrimenti continueremo a parlare di una minoranza di giovani pendolari in forma che scelgono la bici come mezzo più adatto al loro stile di vita.

Stars. Arriva il progetto UE per promuovere l'uso delle due ruote.

http://easybike.effettoterra.org/notizie/item/2933-stars-arriva-il-progetto-ue-per-promuovere-luso-delle-due-ruote


Un nuovo progetto che arriva dall’Europa per far conoscere e amare anche ai più giovani la bicicletta, come mezzo migliore per il tragitto casa/scuola. Si chiama Stars e il Comune di Milano ha voluto aderirvi insieme a Londra, Madrid, Edimburgo, Budapest, Cracovia, Bielefeld e alla provincia di Noord-Brabant. Le scuole medie e superiori di Milano hanno ricevuto una lettera dagli assessorati all’Educazione e alla Mobilità per invitarle ad aderire, dal prossimo anno scolastico, al progetto Stars: la fase di avviamento prevede la partecipazione di 11 istituti, che potranno diventare 25 già dal secondo anno. L’idea è quella di promuovere la ciclabilità dall’interno delle scuole, individuando uno o più ragazzi tra gli 11 e i 19 anni che, dopo la formazione, gestiranno il progetto della durata di tre anni, sotto la guida di tutor indicati dall’Amministrazione. I ragazzi diventeranno così i promotori di una nuova visione della bicicletta: un oggetto importante e di ‘tendenza’ con cui muoversi liberamente e in sicurezza per raggiungere la scuola, trovarsi con gli amici al pomeriggio, fare sport, etc. L’attività prevede anche specifici incontri sulla sicurezza e laboratori per imparare ad amare la bici. I giovani “ambasciatori della bicicletta” saranno costantemente in contatto con i loro coetanei delle altre città partecipanti e avranno la possibilità di incontrarsi in Europa per conoscersi pedalando. “È molto importante che i ragazzi inizino da subito a fare propria la cultura della sostenibilità”, ha dichiarato l’assessore all’Educazione e Istruzione Francesco Cappelli. “Alla scuola spetta certamente il compito fondamentale di educare e queste iniziative rappresentano un percorso di ‘insegnamento’ al pari delle altre materie scolastiche. Sono anche un’occasione fondamentale per apprendere il senso del rispetto per l’ambiente e per diventare, un domani, cittadini più consapevoli con un più alto senso civico”. “Promuovere la ciclabilità è un impegno che questa Amministrazione si è presa due anni fa e che sta portando avanti con forza, a partire dagli stanziamenti per corsie, piste, Zone 30 e bike sharing”, ha dichiarato l’assessore alla Mobilità e Ambiente Pierfrancesco Maran. “Ma l’incentivo all’utilizzo delle due ruote non è fatto solo di questo, ma anche e soprattutto di azioni per creare la consapevolezza, sia nei giovani sia degli adulti, che insieme si può trasformare Milano in una città più bella e sostenibile per tutti”. Gli obiettivi del progetto Stars sono dunque molteplici. Da un lato si vuole arrivare a uno spostamento dall’uso dell’auto alla bici di almeno il 5% nel breve termine e di oltre il 10% negli anni; dall’altro, il programma sarà utile per impostare una collaborazione a livello europeo che consenta in futuro alle scuole di proseguire autonomamente per incrementare l’uso delle due ruote, sviluppare una rete di sistemi di viaggio giovanili in bicicletta e incentivare sempre più la mobilità sostenibile per il tragitto casa/scuola.

Fonte: Comune di Milano

lunedì 8 luglio 2013

La bicicletta si impara a scuola.

http://life.wired.it/news/mobilita/2013/07/04/europa-stars-scuole-educazione-studenti-bicicletta.html#?refresh_ce

Un progetto che coinvolge più città europee mira a formare giovani esperti nell'uso sicuro e ricreativo della bicicletta. Lo scopo: abbattere del 5% il traffico delle auto

 di Alberto Grandi
L'amore per la bicicletta? Non ha età, ma meglio se il colpo di fulmine scatta quando si è giovani, se non giovanissimi. È questo lo scopo di un progetto europeo che partirà dopo l'estate. Si chiama Starse accomuna le città europee di LondraMadridEdimburgoCracoviaBudapestNoord-Brabant eMilano nell'intento di educare gli studenti alla mobilità sostenibile. Nello specifico, all'uso della bicicletta per gli spostamenti casa-scuola e scuola-casa.
Il progetto prenderà avvio il prossimo anno. In cosa consiste esattamente?

A undici istituti di scuola media e superiore - che potrebbero diventare 25 nel 2014 -  verrà chiesto di individuare alcuni studenti tra gli 11 e i 19 anni che si facciano promotori dell'uso della bicicletta per tre anni. Questi ragazzi, dopo un percorso formativo, e dietro la supervisione di tutor, divulgheranno l'uso e i vantaggi della bici presso i loro amici e coetanei. Insomma, saranno dei veri e propri ambasciatori delle due ruote, in grado di fornire indicazioni su una ciclabilità sicura e ricreativa. Questa opera di divulgazione li metterà, inoltre, in contatto con i loro "colleghi" delle altre città. Stars è, quindi, un progetto che fonde mobilità sostenibile interculturalità. L'obiettivo, oltre che educativo, è la riduzione dell'uso dell'auto del 5% nel breve termine e di oltre il 10 negli anni.
Le scuole milenesi hanno già ricevuto la lettera degli assessorati all'Educazione e alla Mobilità che le chiama ad aderire a partire dal prossimo anno scolastco.

“ È molto importante che i ragazzi inizino da subito a fare propria la cultura della sostenibilità”, ha dichiarato l’ assessore all’Educazione e Istruzione Francesco Cappelli. “ Alla scuola spetta certamente il compito fondamentale di educare e queste iniziative rappresentano un percorso di ‘insegnamento’ al pari delle altre materie scolastiche. Sono anche un’occasione fondamentale per apprendere il senso del rispetto per l’ambiente e per diventare, un domani, cittadini più consapevoli con un più alto senso civico”.
Anche l' assessore alla mobilità Pierfrancesco Maran si è espresso in termini positivi sul progetto, specifricando che la battaglia per una mobilità sostenibile, è fatta sia dall' operato politicodell'Ammnistrazione che da " azioni per creare la consapevolezza, sia nei giovani sia degli adulti, che insieme si può trasformare Milano in una città più bella e sostenibile per tutti”.

Le scuole interessate possono mandare una mail all’indirizzo ds.polcomunitarie@comune.milano.it.


sabato 6 luglio 2013

06-07-2013 COMUNICATO DEL "COMITATO COLLI DI COPPI" A TUTTI GLI ISCRITTI ALL'EDIZIONE 2013 DELLA CICLOSTORICA "LA MITICA"

CASTELLANIA 06-07-2013
COMUNICATO DEL "COMITATO COLLI DI COPPI" A TUTTI GLI ISCRITTI ALL'EDIZIONE 2013 DELLA CICLOSTORICA "LA MITICA" A CASTELLANIA DEL 29-30 GIUGNO 2013

martedì 2 luglio 2013

CYCLE!- sui colli tortonesi, alla MITICA, tutti "figli" di Coppi


Sui colli tortonesi, alla Mitica, tutti “figli” di Coppi

GPR_3975
di Lorenzo Franzetti e Guido P. Rubino (foto GR e LF)
La signora Carla sfreccia al passo Coppi con la sua Panda, tra le foto del Campionissimo appese alle case, e devoti del pedale esausti, piegati su ferri d’acciaio, ingobbiti come caricature. La signora sfreccia e tutti si voltano come per dirle: «Ma dove vuole arrivare?».
GPR_3948Quando senti quel rumore di ruota libera ti giri a guardare e forse non ti stupiresti di vederlo, proprio lui. Le strade sono quelle che salgono e scendono dolcemente e ogni tanto ti guardano negli occhi per sfidarti ancora. Una, due volte, e poi di nuovo. Hanno iniziato l’anno scorso, proseguiranno e c’è da scommettere sulla fortuna. Sono tutti vestiti a modo in questo giorno speciale e chi ha una Bianchi, come Coppi, merita la prima fila.
Hanno pensato anche alle “ragazze mitiche” per accogliere i corridori a Tortona. Gonnelline svolazzanti e fiori nel cestino della bici.
GPR_4349Mezzogiorno è passato da un pezzo sulle colline di Tortona, a Castellania la stanno aspettando la signora Carla. E quei corridori esausti se la ritrovano al traguardo, dietro ai fornelli, a rimestare i suoi agnolotti: «Ricetta tortonese, col ripieno di carne cotta nel vino». I ciclisti, i pellegrini venuti lì per ricordare Fausto e riconciliarsi con la natura, hanno la loro massaia pronta ad accudirli. Tutti figli di Coppi, chi veramente, chi è nipote, chi è cugino e chi simbolicamente fratello: a Castellania è sempre così, ma in certi giorni di più. Come quando si corre La Mitica, una bella invenzione per rispolverare le vecchie bici e la passione: tutti figli di Coppi, anche quei ciclisti pelosi, panciuti, ingrigiti. Altri ancora sono giovani e forti, dentro a maglie di lana, in sella a bici che hanno visto le tutte le guerre del Novecento.
GPR_4018Certe manifestazioni ciclistiche nascono da congiunzioni perfette. Un po’ come alcuni campioni, il loro mondo, la loro squadra e quell’allenatore cieco.
Le Terre di Coppi si chiamano. Ed ogni via è una celebrazione di foto storiche sui muri o una litania di imprese stampate sull’asfalto dell’ultima salita, quella che porta a Castellania.
Coppi qui è presente, è un familiare reale per tutti. Da queste parti cresci sentendo di Coppi e dei suoi. Se non lo hai parente di sangue te lo ritrovi comunque dappertutto, a cominciare dall’orgoglio.
GPR_4059Riscoprire i valori di una terra: anche la bici aiuta. E a Tortona e sui suoi colli, in quell’angolo di Piemonte, si accorgo finalmente di quale gran regalo ha fatto loro Coppi. Vengono da tutto il mondo, grazie a lui: «Ogni anno salgono qui circa 10.000 persone», spiega il sindaco di Castellania, cento abitanti da amministrare, ma un’immagine mondiale da difendere e valorizzare. La rivincita dei colli tortonesi è come la rimonta di un ciclista, di uno scalatore che finalmente crede nelle proprie gambe e in se stesso e prova a portarsi in testa al gruppo. Era una terra di contadini poveri, questa: oggi, qualcosa cambia. L’estate ha un profumo più intenso: i vigneti sono carichi di grappoli ancora da far maturare. Ma preannunciano un’annata buona. Profumi intensi dentro a nuvole di polvere, sollevate da ciclisti arrivati da ogni parte d’Italia e dalla Francia.
GPR_4158Castellania è il centro di un mondo e ognuno ha un aneddoto. “Mio nonno che storia. All’inizio con Serse Coppi si odiavano perché si contendevano le ragazze, poi sono diventati amici più che mai. Mio nonno, quello che dalla Campagna di Russia è tornato a piedi per dire che era vivo”. Racconti che si mischiano ai ricordi di chi ha capelli bianchi d’esperienza. Qui Coppi lo vedevano passare in allenamento oppure vestito bene. Un uomo di mondo. E che uomo! Pensieri umili e pensieri di campione che ha conosciuto il mondo. E via a pedalare tra le vigne e il vino che qui viene davvero bene e non importa se te lo fai in casa oppure nell’azienda agricola che ancora porti avanti a novanta e più anni.
GPR_4241L’Eroica ha aperto una strada, le altre la seguono: La Mitica, però, non va considerata la sua imitazione. La storia ha seminato cultura, su queste colline piemontesi, ma i primi frutti si stanno vedendo soltanto da poco. Ci ha pensato Coppi a risvegliare gli animi: e ci è voluto del tempo e ancora ce ne vorrà. La bici ha la sua forza, ora anche la signora Carla lo sa, mentre cucina i suoi agnolotti per centinaia di ciclisti esausti, ma sorridenti. Tutti figli di Coppi, su queste strade: e la gente del luogo ora ci crede. Ma è al bivio, a metà strada: il Campionissimi ha fatto il suo regalo, ora sta a loro scegliere come valorizzarlo. C’è che vorrebbe più pace e non specularci sopra e chi, invece, comincia a capire che il regalo di Coppi potrebbe avere un ritorno interessante per tutta la gente del posto. A Castellania hanno sempre guardato giù dalla loro collina, verso la pianura e Alessandria, con una certa diffidenza: ora, il loro sguardo è più orgoglioso.
GPR_3845La storia si intreccia all’asfalto che lascia il passo alla strada sterrata. Qualche buca e un po’ di prudenza. Andando in giro da queste parti non si fa tanta strada e ogni paese è una scoperta. Una sosta per comprare una busta di pesche che in questa zona sono speciali e ancora a spasso a nutrire corpo e intelletto. Quella piazza di Volpedo ritratta da Giuseppe Pellizza nel Quarto Stato parla di storia che cambia. Da queste parti ne è passata tanta.
© Lorenzo Franzetti
© Lorenzo Franzetti
La Mitica è l’occasione che piace e la voglia di partecipare cresce. Ristori spontanei con i bambini pure a dare una mano rinfrescando i concorrenti. “E vi è andata bene, l’anno scorso c’erano dieci gradi in più”.
Il giorno prima un mercatino e anche una cronometro, tanto per scaldare i muscoli e provare le bici. Se viene fame ci sono gli affettati di queste parti, altrimenti si aspetta la cena dedicata ai “Mitici” che di miti ne trovano davvero: dai figli di Coppi ai corridori di una volta. Qualcuno, come Franco Balmamion, ritrova pure la sua bici di quand’era professionista alla Salvarani, nel 1970. C’è chi canta i ricordi e chi li scrive. Alcuni, alla Mitica, li pedalano, altri tirano fuori lo striscione dedicato a Serse Coppi. Roba da tornarci anche nel resto dell’anno per pedalare su queste strade che di traffico ne vedono così poco.
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a seguire uno splendido portfolio di immagini della Ciclostorica LA MITICA
http://www.cyclemagazine.it/cycle/2013/06/nelle-terre-di-coppi-a-scoprire-un-capitale-con-la-mitica/